Roberta Marcone
Amministratrice, e direttrice, dell’antica pizzeria da Michele. Storico ed importante franchising per la pizza napoletana.
Parlaci di te:
Quanti anni hai? La tua età ha influito sul tuo trasferimento?
Ho 28 anni. La mia età non ha influito tanto nella mia vita quanto il mio percorso lavorativo.
Qual è la tua situazione familiare? Ha condizionato le tue scelte?
Sono fortunata. Siamo una famiglia molto unita, composta da quattro persone: i miei genitori e mia sorella (più grande). Lei è andata via da Napoli due anni prima di me e forse questo ha aiutato anche il mio “distacco”.
Da dove vieni? Come descriveresti il rapporto con le tue origini?
Io vengo da Napoli e sono legatissima alla mia città. Essere Napoletana è uno stile di vita, un volersi bene e condividere tutto con gli altri. Amo le mie origini.
Vivi ancora nel tuo paese d’origine? Se sì, é stata una scelta obbligata o voluta?
No, sono andata via per una nuova esperienza lavorativa, ma pur sempre legata alla mia città: ho infatti aperto una tipica pizzeria Napoletana qui a Berlino.
Cosa consiglieresti a chi è rimasto vicino alle sue origini?
È molto difficile dare una risposta a questa domanda però penso che ogni vissuto è a se. Non si può generalizzare e dire che all’estero si sta meglio.
Cosa ti ha spinto a trasferirti a Berlino o all’estero?
L’occasione di poter fare questo investimento e la fortuna di essere appoggiata e seguita dal mio fidanzato per iniziare, anche nel privato, una nuova esperienza come quella della convivenza.
Quali difficoltà hai affrontato e quali aiuti hai ricevuto durante il trasferimento? Un consiglio a chi deciderà di fare lo stesso?
La difficoltà maggiore è quella di non parlare il tedesco. Credevo che essendo una capitale mi sarebbe bastato l’inglese ma non é stato così. Aiuti non ne ho avuti. Il mio consiglio è di partire consapevoli di dove contare su se stessi, soprattutto economicamente, per i primi tempi e non fare affidamento solo su eventuali aiuti.
Ti manca qualcosa del tuo paese d’origine?
Tutto. La mia famiglia, il clima, il mio vecchio ambiente lavorativo ed i miei amici.
Quale aspetto di te hai perso, acquisito o modificato che ti hanno aiutato nella tua attuale situazione?
Sono diventata molto più responsabile, meno ragazzina viziata. Credo di potermi ora definire una donna o una piccola copia di mia mamma.
C’è una comunità italofona nella città in cui ti trovi? Sei attiva/o nella tua comunità?
C’è e sono contenta di farne parte. Essendo nuova mi da modo di chiedere aiuto e consigli.
Adesso parliamo di lavoro:
Di cosa ti occupi attualmente?
Sono attualmente amministratrice e direttrice della mia pizzeria. L’antica pizzeria da Michele a Schöneberg.
Com’è nata la passione o l’idea per il tuo lavoro/attività?
L’idea è nata dalla voglia di voler fare un esperienza all’estero rimanendo “vicina” alle mie radici…così ho deciso di aprire qui a Berlino un franchising importante e storico per la pizza napoletana.
Come gestisci l’equilibrio tra vita privata e lavorativa?
Ora, con il COVID, facendo orari ridotti ho molto tempo da dedicare alla mia vita privata. Ho la fortuna di lavorare al mio progetto con il mio partner quindi siamo sempre insieme.
Qual è il tuo strumento di lavoro preferito?
Più che strumento è il ruolo che posso rivestire: adoro essere a contatto diretto con i miei clienti. Nessuno direbbe che sono la proprietaria visto quanto mi piace stare lì a parlare con loro, consigliargli nuove pizze e vederli felici di trovare la nostra pizzeria anche qui a Berlino.
Ti andrebbe di condividere con noi uno degli ostacoli, e una soddisfazione, della tua vita lavorativa?
L’ostacolo più grande, oltre alla lontananza dalla mia famiglia, é la lingua. Ho provato a fare delle lezioni ma con il COVID non è la stessa cosa e dopo due mesi di studio avevo voglia di parlare ed interagire con qualcuno in tedesco e ciò al momento non è possibile.
Vorresti condividere con noi un consiglio che ti è stato offerto nella tua vita lavorativa?
“Niente e nessuno può farti sentire inferiore, a meno che tu non glielo consenta.” Questa è una frase che mi ha sempre ripetuto mio padre. Io sono una persona molto insicura ma lui è sempre stato fiero e fiducioso delle mie capacità tanto da darmi l’occasione di intraprendere questo lavoro, a Berlino e da sola, affidarmi le redini di tutto. Quindi consiglio a tutti di credere in se stessi.
Qualcuno ti ha ispirato o aiutato nella scelta del tuo lavoro/attività?
Mio padre. Più che nella scelta del lavoro, nel modo di affrontare il lavoro. Mi ha ispirato a dedicarmici con passione e di farne di esso vita e non lavoro. Di viverlo come una scelta e mai come un obbligo.
Quale consiglio daresti a una persona che vuole intraprendere un lavoro o una carriera come la tua?
La vita nella ristorazione è molto dura, in tempi normali ti lascia davvero poco spazio per la vita privata ed il divertimento ma solo se la vivi come una costrizione, io ho sempre vissuto il mio lavoro come una scelta e sono sempre stata felice di dedicare le mie giornate al mio ristorante e ai miei clienti.