Cinque pietre per la pace
Con l’agognato arrivo della bella stagione, i parchi di Berlino tradizionalmente si riempiono di persone che desiderano passeggiare nella natura e dimenticarsi, almeno per qualche ora, del traffico e dello stress della vita in città.
Una destinazione particolarmente amata è il Tiergarten, il grande parco che si trova nel cuore della città. Nato come riserva di caccia dei principi elettori, con Federico II divenne un parco per il popolo.
Nel diciottesimo secolo, l’architetto paesaggista Peter Joseph Lenné si occupò del progetto e modellò il parco sul modello dei giardini all’inglese. Con il tempo, vennero aggiunte statue e monumenti.
Oggi, all’interno del parco, si trovano diversi riferimenti importanti, prima tra tutte la Siegessäule, la colonna in cima a cui risplende la vittoria alata, che commemora la vittoria della Prussia nelle guerre contro la Danimarca, l’Austria e la Francia.
In prossimità della Sprea, sempre all’interno del parco, si trovano la Casa delle Culture del Mondo e il Carillon; nella parte sudoccidentale si trova il celebre Giardino Zoologico.
Con circa 20 chilometri di vialetti lungo cui passeggiare, laghetti, roseti, caffè e persino una sala da tè, non è difficile immaginare come mai il Tiergarten sia una delle mete preferite dai berlinesi per trascorrere il tempo libero!
Il Tiergarten ospita anche un interessante progetto del signor Kraker von Schwarzenfeld: il Global Stone Project. L’artista, oggi quasi novantenne, ha girato il mondo in lungo e in largo in nave ed ha avuto l’ispirazione di connettere simbolicamente i cinque continenti, in un augurio di pace.
Per farlo, ha selezionato dieci grosse pietre: cinque sono ciascuna nel proprio continente di origine, le altre cinque si trovano a Berlino, che è stata scelta come punto d’incontro in virtù del suo passato di città divisa e riunificata.
Le cinque pietre di Berlino rappresentano i “cinque passi verso la pace”; ciascuna di esse simboleggia infatti un particolare stadio per il raggiungimento della pace globale: “risveglio” è la pietra europea,“speranza” quella africana, “perdono” quella asiatica, “amore” è la pietra americana e “pace” quella australiana.
Sono sistemate in circolo e levigate in maniera tale per cui, al 21 giugno di ogni anno, riflettano la luce insieme alle loro “sorelle” sparse per il mondo.
L’artista ha molto a cuore questo suo progetto e continua a seguirne gli sviluppi con pazienza e tenacia.
Nel 2020 si è conclusa una lunga diatriba riguardante la pietra giunta a Berlino dal Venezuela, che i locali considerano importante in quanto si dice contenga lo spirito di Kueka, fanciulla trasformata in pietra da un dio geloso.
La pietra della leggenda è stata infine riportata in patria ma, a Berlino, l’attesa della sostituta è stata prolungata indefinitamente dal sopraggiungere della pandemia.
Per saperne di più vi invito a visitare il sito di riferimento, in cui Kraker von Schwarzenfeld racconta la storia in una sorta di diario.
Lì troverete inoltre una mappa in cui viene indicata la posizione delle pietre in maniera molto chiara: non sono distanti dalla Porta di Brandeburgo e vale senz’altro la pena di passarci nel corso di una rigenerante passeggiata nel polmone verde della città.